giovedì 11 aprile 2013

POESIA DI ERINA PAVLE ÇOKU


Laccio

Le mura di città poggiano sugli alberi a capo chino
sperse in afflizione
gravide di anni,
di stagioni che stentano a venire,
di stagioni che stentano ad andare.

Gelate in corpo nel tuo osso gli alberi,

Gli alberi, alberi, alberi,
dal corpo malleabile
verso i desideri che ho di te,
verso le strade mie senza te.

E i ramoscelli azzurri avviziscono,
assaporando i tuoi pensieri
che mi si infondono
nei miei viaggi rumorosi, strani
con il gusto del tuo labbro,
col colorito del tuo viso,
spesso turbato da fantasticherie.

I tuoi lineamenti viandanti
hanno caduchi rami
e parole fatte carne nell'ultima linfa
che scorre nelle vene
accaldata,
come certi scongiuri inarticolati
e nascosti del tutto dietro l'inverno...

Caro paesaggio
che nella nebbia ti fletti,
ricordi di figura con radici nell'osso
ti sei imbronciato in un angolo 
a mo' di laccio.